L’AUMENTO DELLE ALIQUOTE IVA SAREBBE UNA ULTERIORE STANGATA

L’eventuale incremento delle aliquote IVA dal 10 al 13% e dal 22 al 25% comporterà un aggravio di tasse per le famiglie Padovane di oltre 295 milioni € ed inciderà nelle vendite al dettaglio per oltre 143milioni €.
Un ulteriore batosta al commercio che potrebbe portare alla chiusura di almeno 200 esercizi nella provincia.
A calcolarlo è l’Osservatorio Economico della Confesercenti del Veneto Centrale, provincia di Padova, che sulla scorta della ripartizione della spesa delle famiglie Venete (dati ISTAT 2018) ha calcolato l’incidenza percentuale dell’incremento del costo per beni e servizi soggetti ad aliquota del 10 e del 22%.

Ricapitolando

Le aliquote IVA attualmente applicate sui beni e sui servizi sono tre:
4% per beni di prima necessità (prodotti agroalimentari ad esempio)
10% aliquota agevolata (carni, salumi, pesce, prodotti panificazione e pasticceria, zucchero, marmellate, caffè, acqua e gas, alcuni farmaci, ristoranti alberghi , cinema , materiali ed opere per la ristrutturazione edilizia ad esempio)
22% aliquota ordinaria (per tutti i servizi ed i beni non esenti o a cui si applica una delle aliquote sopra scritte))

Le clausole di salvaguardia:
vengono introdotte nel 2011 e prevedono l’aumento delle aliquote dell’IVA qualora lo Stato non sia in grado di garantire l’equilibrio dei conti pubblici.
l’aliquota ordinaria dovrebbe salire dal 22 al 25% nel 2020 ed al 26,5% nel 2021 mentre l’IVA agevolata dovrebbe passare dal 10 al 13% nel 2020.

Il commento

Non nasconde la preoccupazione il Presidente Confesercenti Nicola Rossi.
“Già nel 2011 e nel 2013 abbiamo avuto un incremento dell’aliquota Iva e sono stati uno dei periodi peggiori in termini di consumi.
Oggi la situazione è ancora più preoccupante in quanto i consumi e la domanda in genere sono in forte contrazione ed il rischio è che tutta la filiera (dalla produzione alla distribuzione) sia costretta ad assorbire l’incremento dell’imposta e quindi con un impatto negativo sull’intero sistema economico.
E’ chiaro che la crisi di governo se non troverà una rapidissima soluzione (sia con un nuovo governo o con immediate elezioni) potrebbe portare alla impossibilità di approvare la legge di Bilancio 2020 nei tempi necessari e quindi avere le ripercussioni”.

“Considerando l’importanza dei consumi per la nostra economia, preservare il potere d’acquisto delle famiglie è un passaggio necessario per rafforzare le prospettive di crescita.
“Per questo, è indispensabile non perdere tempo procedendo anche ad un piano rigoroso per reperire le risorse da una spending review più incisiva. Un maggiore e più efficiente contrasto all’evasione. Una Web Tax che faccia pagare il giusto a chi opera sul mercato italiano, così come la lotta all’abusivismo e alla contraffazione, buchi neri che sottraggono miliardi di risorse al mercato legale e al fisco. Il passo successivo deve essere progettare un graduale e certo percorso di riforma dell’Irpef. L’introduzione della Flat Tax ad aliquote IVA invariate sarebbe un passo decisivo in questa direzione. Se considerate nel loro insieme, infatti la riduzione dell’Irpef e il non aumento dell’Iva potrebbero incrementare di alcuni miliardi i consumi, continua il Presidente Rossi.

Le imprese del commercio non possono continuare ad avere questa spada di Damocle sulla testa.

Occorre restituire la fiducia a imprese e famiglie, il cui calo è il principale ostacolo alla ripresa economica.
Deve essere chiaro, chiude Rossi, o c’è un governo all’altezza della situazione subito, altrimenti la parola deve tornare al più presto agli italiani.