ROSSI: Il Green Pass serve, ma attenzione ai costi

Essere contrari al Green Pass per principio è privo di senso, il nodo della questione sta solo nella gestione e, quindi, nei costi. Dopo qualche giorno di riflessione Confesercenti del Veneto Centrale rompe il silenzio, cercando di analizzare la questione nel modo più oggettivo possibile.

Se il timore è quello, lecito, di perdere clienti, andiamo a vedere i numeri. Il 60% dei residenti in Veneto ha già ricevuto almeno la prima dose di vaccino, quindi ha diritto al green pass.  Se escludiamo i ragazzi con meno di 12 anni la percentuale sale intorno al 70%. Inoltre: è notizia di questi giorni che l’obbligo del Green Pass ha dato un ulteriore impulso alle vaccinazioni, facendo schizzare le richieste. I no vax? Secondo le stime di Sps Trend (Università di Milano), a giugno 2021 erano il 5% della popolazione, una percentuale quasi dimezzata rispetto a sei mesi prima.

Non facciamo la guerra al Green Pass, perché è un mezzo utile per la salute pubblica e per permettere di lavorare con più sicurezza, dopo mesi di sacrifici. Parliamo delle cose reali, ovvero i costi. Ogni innovazione che viene proposta alle imprese, di fatto, si traduce in un aumento delle spese. E questo vale per tutto, dal cashback alla cassa elettronica, alla sicurezza. Ci sembra evidente che un controllo di questo tipo, per essere fatto bene, porta via un paio di minuti a persona, che si traduce in maggiore attesa per il cliente, con la possibilità di perderlo, e in maggiori spese per l’esercente. Per fare un controllo di questo tipo ci vuole una persona deputata, che si occupi solo di questo. Dobbiamo assumere personale? Va bene, ma lo Stato deve venirci in contro e darci i mezzi per farlo: le modalità possono essere diverse, ma l’aiuto deve esserci.