DIMINUISCE L’INFLAZIONE: IN VENETO E’ +8,6%, PADOVA CITTA’ PIU’ CARA, VENEZIA SECONDA, VERONA TERZO POSTO

In linea con le previsioni, a febbraio, è proseguito il processo di rientro dell’inflazione, che nel Nord-Est risulta inferiore  di un punto su gennaio 2023da +9,7% a +8,6%.

Padova, anche se l’inflazione cala di più di un punto di percentuale, diventa la città veneta più cara con +9,1 %, seguita a ruota da Venezia con +9% e da Verona +8,6 %, rispettivamente al 15° posto su scala nazionale, 16° e 23° per il capoluogo scaligero.

Una notizia positiva solo in parte.

Il rallentamento del tasso di inflazione è infatti dovuto prevalentemente al calo dei prezzi dei beni energetici.

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, il cosiddetto “carrello della spesa“, registrano infatti un’accelerazione, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto rimangono pressoché stabili.

Il caro prezzi dei mesi precedenti ha già tagliato le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani.

I PREZZI DEI BENI (dati ISTAT)

 I prezzi dei Beni alimentari accelerano da +12,2% a +12,9% (+1,5% su base mensile), per effetto sia degli Alimentari lavorati (da +14,9% a +15,5%; +0,9% su base mensile) sia degli Alimentari non lavorati (da +8,0% a +8,7%; +2,4% rispetto a gennaio); in particolare, per quest’ultimo aggregato, si accentua il ritmo di crescita su base annua dei prezzi dei Vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (da -0,9% a +5,0%; +9,9% il congiunturale), mentre resta stabile a +4,8% quello della Frutta fresca o refrigerata (+1,7% rispetto al mese precedente).

IL COMMENTO

Cristina Giussani, Presidente Confesercenti Veneto:

“L’aumento dei consumi registrato dalla statistica è un illusione ottica dovuta al fatto che si è costretti a spendere di più per una borsa della spesa più leggera. La situazione è resa evidente dal balzo delle vendite nei discount. Per difendersi dagli aumenti i consumatori hanno preso l’abitudine di fare ricorso ad acquisti low cost e a tenere sotto controllo gli sprechi e le spese d’impulso”.

“Segnaliamo che in questo contesto, continua ad essere pesante la situazione delle imprese operanti su piccole superfici-spiega la Giussani – Occorre fare tutto il possibile per sostenere i consumi e la domanda interna anche attraverso una decisa strategia di difesa del potere d’acquisto delle famiglie”.

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