CHIUSURA DEL PARCHEGGIO BOSCHETTI: ALTRO PROBLEMA PER IL COMMERCIO
Se non bastano le assurdità burocratiche (leggi scontrino telematico e obbligo di registrazione per la lotteria degli scontrini), la deregolamentazione delle apertura, la concorrenza sleale (fiscalmente e legislativamente) dei colossi dell’ e-commerce, aggiungiamo i provvedimenti di blocco al traffico e la chiusura dei parcheggi.
“La chiusura del parcheggio Boschetti non è certo una novità ma da tempo è privo di una risposta complessiva sul tema dell’accessibilità per la città di Padova”, lo dichiara il Presidente Confesercenti del Veneto Centrale Nicola Rossi.
“La discussione va affrontata mettendo subito in chiaro due temi: primo la Confesercenti è convinta della necessità di centri storici fortemente pedonalizzati proprio nell’interesse delle attività economiche. Secondo, perché questo avvenga con successo occorre avere un sistema di accessibilità che , come avviene per tutte le grandi città del nord, deve prevedere anche l’accesso in auto.
Terzo non è assolutamente vero che i parcheggi attraggono traffico (se organizzati nella maniera corretta) ma anzi è vero il contrario. I parcheggi liberano i centri storici dal traffico e dal girovagare convulsivo.
Ogni volta che si chiude un parcheggio lo si vende come un successo. Ma non crediamo che sia così.
Da lunedì la perdita di 267 posti creerà ulteriori difficoltà ai commercianti e agli esercenti e a tutte le attività che vi operano. Ed è inutile vedere l’alternativa nei 300 posti dell’ex Ifip, che come abbiamo visto è già aperto ma totalmente inutilizzato per i problemi legati dell’area. In sostanza, da lunedì avremo ogni giorno 5/600 persone in difficoltà a fare acquisti in centro”.
“Se da un lato non ci può dispiacere, continua Rossi, la realizzazione di un’area verde con porto fluviale in quell’area, dall’altro non dobbiamo dimenticare che in una città culturale e del terziario che si propone di essere capitale del NordEst, avere un sistema di accessibilità è sempre più indispensabile.
Purtroppo continuiamo con interventi a spizzico e bocconi (una volta ztl, poi le zone rosse, quindi ex caserma Prandina , diamo alla gestione privata piazzale Rabin, ancora non si capisce cosa succederà per il park Largo Europa, poi decideranno la chiusura del park in piazza Insurrezione e vie limitrofe, ecc) senza che ci sia un piano strategico di accessibilità consolidato e reso pubblico che vada a tranquillizzare chi viene a Padova (sapendo che può parcheggiare senza l’ansia del girovagare.) Forse siamo convinti che tutti arriveranno in città con il monopattino elettrico?
Ripeto, questa è un’ulteriore problema per il commercio già sotto pressione da appesantimenti burocratici, calo dei consumi, e concorrenza dei grandi colossi dell’e-commerce”.
Sono decine i negozi che chiudono per le difficoltà. Spesso sostituiti da agenzia di affari e simili. il 70% di chi apre chiude nel triennio successivo. Un progetto complessivo di accessibilità alla città idoneo a rispondere alle esigenze di chi ci abita, di chi ci lavora, di chi la visita, di chi ci studia e dei turisti. E’ indispensabile per una città che si candida a diventare capitale socio economica del Nord Est.