DEF: Confesercenti, obiettivi ambiziosi, puntare su consumi. Bene DL Aprile, ma servono più risorse

Pil 2022 a 3,1%, deficit confermato a 5,6%

Ammontano a circa 5 miliardi le risorse a disposizione per garantire nuovi aiuti all’economia. Lo si evince dai numeri del Def (Documento di economia e finanza) approvato oggi in Consiglio dei Ministri. Degli oltre 9 miliardi di spazio in deficit, 4,5 sono infatti già stati utilizzati per ridurre l’impatto degli aumenti delle bollette. Sono altri quattro gli ordini di intervento a cui verranno destinati i restanti “5 miliardi”: contenimento dei prezzi di carburanti ed energia, aumento dei fondi per “coprire l’incremento dei prezzi delle opere pubbliche”; aumento dei fonti “per le garanzie sul credito”, altre misure “per assistere i profughi ucraini e per alleviare l’impatto economico del conflitto sulle aziende italiane”.

In tale scenario, la previsione tendenziale di crescita del prodotto interno lordo (PIL) per il 2022 scende dal 4,7% programmatico della NADEF al 2,9%, quella per il 2023 dal 2,8% al 2,3%.

Il disavanzo tendenziale della pubblica amministrazione è indicato al 5,1% per quest’anno; scende successivamente fino al 2,7% del PIL nel 2025. Gli obiettivi per il disavanzo contenuti nella NADEF sono confermati: il 5,6% nel 2022, in discesa fino al 2,8% nel 2025. Vi è quindi un margine per misure espansive (0,5 punti percentuali di PIL per quest’anno, 0,2 punti nel 2023 e 0,1 punti nel 2024 e nel 2025).

Questo spazio di manovra sarà utilizzato dal Governo per un nuovo intervento con diverse finalità. In particolare per contenere il costo dei carburanti e dell’energia per famiglie e attività produttive, potenziare gli strumenti di garanzia per l’accesso al credito delle imprese, integrare le risorse per compensare l’aumento del costo delle opere pubbliche e ripristinare alcuni fondi utilizzati a parziale copertura del recente decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17.

Per effetto di questi interventi, la crescita programmatica sarà lievemente più elevata di quella tendenziale, soprattutto nel 2022 e nel 2023 (3,1% e del 2,4%), con riflessi positivi sull’andamento dell’occupazione. Il rapporto debito/PIL nello scenario programmatico diminuirà quest’anno al 147,0%, dal 150,8% del 2021, per calare poi progressivamente fino al 141,4% nel 2025.

La decisione di confermare gli obiettivi programmatici di disavanzo – conclude la nota di Palazzo Chigi – testimonia l’attenzione verso la sostenibilità della finanza pubblica. Al contempo, per il Governo resta imprescindibile continuare a promuovere una crescita economica elevata e sostenibile. Laddove necessario, il Governo non esiterà a intervenire con la massima determinazione e rapidità a sostegno delle famiglie e delle imprese italiane.

 

Corsa inflazione mette a rischio 26 miliardi di spesa delle famiglie

Obiettivi di crescita ovviamente ridotti rispetto alle attese iniziali, ma comunque ambiziosi se si considera la situazione attuale. Per raggiungerli, in un quadro in cui industria ed esportazioni saranno ancora fortemente condizionate dalle tensioni internazionali, sarà necessario puntare sull’espansione dei consumi interni.

Così Confesercenti commenta il DEF.

Bene, quindi, la previsione di rifinanziamento delle misure contro il caro energia con il DL Aprile. Fino ad ora si sono mostrate efficaci e vanno mantenute, anche se servirebbe rafforzarle con più risorse. La corsa dell’inflazione è il peggior nemico della ripresa. Se arrivasse all’8% potrebbe costarci oltre 26 miliardi di euro in minore spesa delle famiglie rispetto a quanto ipotizzato dalla nota di aggiornamento dello scorso autunno. Preoccupa anche che nello scenario a fine 2023 la spesa delle famiglie risulti ancora inferiore di 10 miliardi al livello pre-pandemico, che sarebbe quindi superato solo nel 2024.

Per il resto, molto dipenderà dal conflitto russo-ucraino, che esaspera la corsa dei beni energetici e sembra purtroppo assai lontano da una risoluzione. Serve un confronto ampio con le parti sociali, anche perché occorrerà mettere a disposizione risorse per garantire adeguati sostegni all’occupazione nelle PMI.