CORONAVIRUS, IL CONTAGIO PER LE IMPRESE PADOVANE
Quanto ci costa la crisi nelle nostre imprese. Da venerdì scorso l’economia del nostro territorio è stata sconvolta.
Nella mail dedicata alle piccole imprese messa a disposizione dalla Confesercenti del Veneto Centrale continuano ad arrivare richieste di informazione e di segnalazione delle situazioni di difficoltà incontrate.
Secondo le stime elaborate dall’osservatorio Economico della Confesercenti di Padova e Vicenza l’emergenza coronavirus rischia di avere un impatto elevatissimo sull’economia della nostra Provincia.
Per le imprese della distribuzione, della ristorazione, della ricettività, e dei servizi, la perdita di circa 80 milioni di euro.
Tale perdita nell’ipotesi che la crisi sia limitata nel tempo (20 giorni). Se prolungata i danni sarebbero ben maggiori ed in questo momento incalcolabili.
Prima del COVID-19
A causa del cattivo andamento dell’economia, non solo nazionale, le prospettive di crescita erano già deteriorate e la previsione dei consumi delle famiglie era del +0,6% in valore (volumi di vendita + inflazione)
Nella provincia le attività di distribuzione delle merci indicavano un andamento negativo pari al – 3,8% per i negozi di vicinato.
Le attività di ristorazione e di somministrazione si assestavano ad un incremento del 1,70%.
Oggi la crisi COVID-19 incide sui consumi nell’immediato sia nelle modalità che nelle tipologie di acquisto.
E’ una sorta di rivoluzione nelle modalità di consumo quella causata dalla paura del Coronavirus: cresce l’e-commerce, più che raddoppiate le vendite con consegna a domicilio, crollano le vendite nei negozi e le attività nei servizi e nella somministrazione sia bar che ristoranti.
Rivoluzione anche nelle scelte di acquisto. Crescono le vendite di alimentari conservati a scapito di quelli freschi (che erano in costante crescita fino alla settimana scorsa), crollano le vendite nei negozi di vicinato degli altri prodotti.
I dati nell’immediato:
Zona rossa limitata all’area del comune di VO’ : le attività sono completamente bloccate esclusi quelle di prima necessità. La situazione non può durare ancora a lungo sotto l’aspetto economico delle imprese coinvolte;
Nell’intera provincia nei primi 6 giorni di crisi (da venerdì 21 febbraio) i dati che emergono sono i seguenti:
1- negozi non alimentari: la diminuzione dei ricavi negli esercizi di vicinato è stata di oltre il 70%; In sostanza nell’arco di 6 giorni sono andati in fumo 15.000.000 di vendite al dettaglio, diventeranno 45.000.000 nei 20 giorni considerati.
2- negozi di alimentari: andamento positivo (mediamente del 15%) sui prodotti a lunga conservazione (un incremento in particolare nelle giornate di sabato, domenica e lunedì). Le ripercussioni negative ci saranno nei prossimi giorni (l’accaparramento di alcuni prodotti provocherà un minore bisogno nei prossimi giorni)
3- somministrazione : nei primi 6 giorni il dato negativo della ristorazione si è attestato a meno 40% ma sta peggiorando la situazione nell’immediato future con disdette che arrivano e ci vengono segnalate in continuazione. Prevediamo un meno 60% per la ristorazione ed un meno 40% per i bar. In euro nei primi sei giorni abbiamo perso non meno di 4.000.000 di euro che arriveranno a 15.000.000 nell’arco dei 20 giorni;
4- mercati settimanali : è stata la forma distributiva più colpita in questo periodo con la sospensione di molti mercati e la loro riapertura solo da martedì (alcune eccezioni già da lunedì). Continuano a soffrire e le foto dei mercati deserti continuano a raggiungere la nostra mail – 80% secondo le nostre segnalazioni : 3.000.000 la perdita di vendite calcolate;
5- turismo : nelle strutture ricettive di piccole e grandi dimensioni le disdette sono marciate a tutta velocità già da venerdì. Negli alberghi più piccoli e nel B&B l’attività di è ridotta del 60% e le previsioni sono nere per il prossimo periodo; 12.000.000 le perdite stimate nei giorni di crisi. Disdette anche per le professioni turistiche, guide ed accompagnatori, agenzie di viaggio (non si arriva ma neanche si parte) ;
6- eventi, tempo libero : la paura ha contagiato anche per i piccoli eventi (matrimoni, convegni,) per non parlare delle attività legate alla bellezza al benessere ed al tempo libero (estetiste, parrucchiere, palestre ecc.) un danno economico non inferiore ai 5.000.000 di euro.
Tutto questo se la crisi durerà un numero limitato di giorni ma se dovesse continuare anche le conseguenze avrebbero un impatto notevole sul tessuto distributivo e di servizio della provincia.
Trackbacks & Pingbacks
[…] (Confesercenti Veneto Centrale) […]
I commenti sono chiusi.