Non esistono più i saldi di fine stagione: servono tempistiche più favorevoli

A pochi giorni dalla fine dei saldi che hanno investito le realtà commerciali nel periodo invernale (4 gennaio – 28 febbraio) non possiamo non sottolineare la continua perplessità rispetto agli esiti dello scorso anno. Inflazione e tempistiche errate: il potere di acquisto delle famiglie è diminuito e le piccole medie imprese sono costrette a subire le scelte commerciali imposte dai grandi marchi. Lo sconto costante, che inizia dal Black Friday di novembre, non si arresta e snatura la realt del saldo di fine stagione.

I saldi invernali hanno registrato un’affluenza in calo rispetto allo scorso anno, con il 52,6% dei commercianti che segnala una diminuzione sia dei visitatori che dei guadagni. Le cause principali di questo calo includono una riduzione generale della clientela, una minore attrattività percepita delle promozioni, la diminuzione dei negozi nei centri urbani e un minor interesse da parte dei consumatori.

Per quanto riguarda gli incassi, il 42,1% degli intervistati ha indicato la prima settimana di saldi come il periodo di maggior successo, seguita dagli ultimi giorni (26,3%). Nel complesso, i commercianti esprimono un giudizio negativo sui saldi, con il 47,4% che li considera insoddisfacenti.

“I saldi rappresentano un momento di grande rilevanza per il mondo del commercio, attirando un vasto pubblico e contribuendo in modo significativo all’economia del settore”, dichiara Nicola Rossi, Presidente di Confesercenti del Veneto Centrale. “Da tempo il dibattito sulla regolamentazione dei saldi è molto acceso, e Confesercenti continua a sottolineare la necessità di rivedere le tempistiche per garantire che i saldi di fine stagione si svolgano esclusivamente nel periodo previsto. Questo consentirebbe di tutelare il commercio durante il periodo natalizio, evitando distorsioni nel mercato. Il contesto economico attuale pone sfide significative: l’inflazione, l’aumento dei tassi di interesse e le tensioni internazionali incidono sulla capacità di spesa dei consumatori, influenzando il settore commerciale”.

I grandi gruppi della distribuzione dettano le regole del mercato, condizionando le scelte delle Piccole e Medie Imprese, che si trovano obbligate a adattarsi per soddisfare le aspettative dei clienti.

Linda Ghiralando, Presidente della FISMO (Federazione Italiana Settore Moda) Confesercenti, mette in luce le criticità legate alla gestione dei saldi: “L’anticipo eccessivo delle svendite altera il naturale ciclo delle vendite stagionali. Che senso ha acquistare un cappotto invernale a prezzo pieno a Natale, se pochi giorni dopo è già scontato? I consumatori, comprensibilmente, preferiscono attendere il momento più conveniente, penalizzando il commercio tradizionale.”

A complicare ulteriormente la situazione, si aggiunge un contesto economico difficile “L’aumento dell’inflazione e il caro vita spingono le famiglie a ridurre le spese e a privilegiare il risparmio.  –  prosegue Ghiraldo – Inoltre, il cambiamento climatico ha un impatto sempre più evidente sulle vendite, con inverni sempre più tardivi che portano a rimandare o ridurre l’acquisto di capi pesanti. Serve un intervento concreto per riequilibrare il mercato e garantire condizioni più eque per le imprese del settore.”