512 MILIONI DI EURO IN MENO PER LA SPESA DEI VICENTINI IN SEI MESI DI COVID
Dal mese di marzo a quello di agosto del 2020 la spesa delle famiglie vicentine per beni, ristorazione e tempo libero è diminuita circa del 16% mensilmente pari a circa 235€ mensili per famiglia (dati provinciali ). A calcolarlo l’osservatorio economico della Confesercenti su dati ISTAT e osservatorio nazionale.
Nonostante il pesante intervento di Cig, i vari bonus e gli altri sostegni alle famiglie ed alle persone, è pesante la diminuzione della spesa delle famiglie vicentine nei sei mesi di Covid.
Mediamente le famiglie vicentine hanno subito una perdita di reddito pari al 4,3% corrispondente a quasi 1.500 euro in meno rispetto al 2019 colpendo soprattutto il lavoro autonomo ed il lavoro dipendente mentre è leggermente cresciuto il reddito da pensioni.
Ogni famiglia ha quindi speso in questo semestre circa 2.910 euro in meno così suddivisi:
1- in aumento la spesa per i prodotti alimentari di 18,119 milioni;
2- in diminuzione la spesa per prodotti non alimentari di ben 445,382 milioni;
a. di cui per abbigliamento e calzature meno 102,395 milioni;
b. di cui per mobili, articoli per la casa meno 63,178 milioni;
c. di cui per ricreazione spettacoli e cultura meno 82,158 milioni;
3- servizi di bar e ristorazione meno 85,379 milioni;
con una perdita complessiva per beni e somministrazione pari a -512,642 milioni
ed una diminuzione totale della spesa (beni, servizi, casa, trasporti ecc.) pari ad 1.056.328 milioni.
“Un grave problema per il mercato Veneto e Vicentino e per le migliaia di PMI che operano nel nostro territorio e che avrà ripercussioni a livello nazionale” commenta il Presidente Confesercenti di Vicenza Flavio Convento. “Ricordiamo sempre che il NordEst è la locomotiva economica dell’Italia. Le misure messe in campo dal Governo, dalla Regione e dai Comuni della nostra provincia hanno, fino ad ora, solo evitato il peggio ma dobbiamo continuare a sostenere le famiglie e le imprese.
In parte abbiamo superato il “lock down” ma siamo ancora in emergenza e la ripresa non solo non è ancora iniziata ma, per il momento, la vediamo ancora lontana.
La forte diminuzione dei redditi da lavoro autonomo, dei dipendenti delle imprese private anche se (quest’ultima) leggermente attenuata dalla cassa integrazione, dimostra la ancora crescente difficoltà delle imprese e di conseguenza di ripresa dell’economia del nostro territorio.
L’esigenza prioritaria oggi è quella di saper sviluppare accanto al sostegno del tessuto produttivo, delle attività commerciali e dei servizi alla persona, un ampio progetto di ripresa del territorio oltre ovviamente agli interventi nazionali.
Se al governo chiediamo la riforma fiscale, un buon utilizzo delle risorse che arriveranno dal recovery fund, a livello locale è indispensabile la costituzione di un tavolo di lavoro che individui le priorità (sistema sanitario, rigenerazione urbana, infrastrutture materiali ed immateriali, sviluppo export e turismo, sistema di innovazione).
Se non volgiamo perdere l’ennesimo treno dobbiamo individuare con chiarezza e condivisione queste strategie. Una sorta di stati generali dello sviluppo economico per disegnare la Vicenza del 2030 saranno molto utili.